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Quanti danni possono provocare le notizie false?

A cura di: Manuel Fischer

In questo articolo parlerò del ruolo che ha avuto il colosso dei social media, Facebook, nel referendum per il Brexit del 2016 nel Regno Unito. L’idea mi è venuta dopo aver visto un TED Talk di Carole Cadwalladr, una giornalista investigativa britannica. Ciò che ha raccontato mi ha lasciato perplesso, quindi vi consiglio pure di guardare il video sopra citato.
Durante le campagne politiche pre-referendum si sono riscontrate alcune irregolarità, tra le quali emergono certi messaggi promozionali sui social media (soprattutto su Facebook) pagati dal gruppo Leave.EU, che promuoveva l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea (UE). Questi annunci consistevano nel diffondere notizie false sull’UE.

Quella che ha lasciato il segno più marcato è stata una pubblicazione che implicava l’inizio delle trattative riguardo la possibile entrata della Turchia nell’UE. Ma l’adesione all’UE non è nemmeno in discussione!

Per capire meglio come la campagna Leave.EU abbia influenzato gli elettori diamo un’occhiata anche agli altri annunci:

Un video mostrava come alcuni immigrati attaccavano delle donne nel Regno Unito.

FALSO! In seguito è emerso che si trattava di una messinscena.

L’UE vuole proibire i bollitori per il tè, togliendo una parte della cultura inglese.

FALSO! L’UE ha solamente introdotto una legislatura che invitava i produttori di bollitori a rendere i loro prodotti energicamente più efficienti.

L’UE appoggia la caccia alle balene per fini commerciali forzando il Regno Unito ad accettare le imbarcazioni piene di carne di balena nei loro porti.

FALSO! L’UE vieta a tutti i paesi membri la caccia o l’importazione di prodotti di balena, è possibile però che la Commissione Europea non si attivi riguardo il transito di tali prodotti nei suoi porti.

Il Regno Unito dà 350 milioni di sterline alla settimana all’UE, che potrebbero però essere usati per difendere una regione dalle inondazioni.

Realtà distorta! Il Regno Unito riceve denaro dall’UE per le inondazioni. In più è discutibile il fatto che l’uscita dall’UE farebbe crescere le finanze pubbliche del Regno Unito.

In tutti questi annunci è possibile rilevare lo stesso schema, ovverosia un’immagine totalmente distorta della realtà dei fatti. Prendendo sotto la lente d’ingrandimento le politiche dell’UE e tralasciando tutto il resto, le si può manipolare in tal modo da creare una menzogna che per qualcuno che non conosce i fatti reali potrebbe sembrare attendibile.

I target di questi annunci non era tutta la popolazione del Regno Unito, ma grazie ad alcuni dati di Facebook acquisiti illegalmente il gruppo della campagna politica Leave.EU ha individuato un gruppo ristretto di persone considerate influenzabili e solo loro hanno potuto vedere queste notizie false. La frode è venuta a galla appena dopo che il Parlamento del Regno Unito ha costretto Facebook a dargli le informazioni. In questo modo l’esito del referendum, che con il 51,9% dei favorevoli all’uscita dall’UE, in verità è stato una frode elettorale che ha cambiato le sorti del Regno Unito e dell’intera UE.
Il gruppo Leave.EU alla fine è stato sanzionato con delle multe complessive di 170.000 sterline a causa di alcune spese non dichiarate durante la campagna politica e a causa della violazione dei dati personali inviando 200.000 e-mail a persone che non hanno dato il loro consenso per ricevere tali annunci. Una spesa minima per i danni che hanno recato alla libera democrazia. Questo è uno degli esempi più gravi dell’uso delle notizie false come un’arma per raggiungere uno scopo (quasi sempre) immorale.